Cascina Fornace è una piccola ma significativa realtà a Santo Stefano Roe- ro. Ci troviamo tra le colline del Roero, dichiarate dall’Unesco “Patrimonio dell’Umanità”. Asperità che si elevano, ripidissime, per massimo 400 metri, e si susseguono quasi inseguendosi, cosparse di vigneti. Qui Enrico Cauda, con il fratello Emanuele, ha avviato l’attività di vignaiolo. Enrico aveva un lavoro ad Asti, come progettista meccanico, ma poi ha voluto riprendere a coltivare i vigneti di suo padre. Ha preso in affitto qualche altra vigna ed ha iniziato a coltivare Nebbiolo e Arneis, agricoltura biodinamica. L’avventura inizia nel 2009 e nel 2011 la prima vinificazione.
I vigneti di Enrico sono su terreni sabbiosi e molto ripidi; qui si lavora tutto a mano e coltivare la vigna è fatica, ci vuole passione, determinazione e queste a Enrico non mancano.
I terreni qui non hanno i prezzi delle Langhe o di Barolo, è ancora possibile comprarli e, soprattutto, trovi chi è disposto ad affittarli con contratti lunghi che ti consentono di fare un buon lavoro sui suoli. Quando si converte in biologico e biodinamico il problema è rivitalizzare il terreno. Ed è quello che sta facendo Enrico con la terra che ha preso in affitto; un lavoro intenso e di studio, attraverso l’inserimento in vigna di graminacee, leguminose e spezie. Le vigne sono coltivate a guyot, la concimazione solo con sovescio e preparati biodinamici. Gli unici trattamenti adottati sono zolfo e poltiglia bordolese, con basse dosi di rame e aggiunta di propoli. Enrico aveva la certificazione biologica ma vi ha rinunciato nel dicembre 2015. “Troppa burocrazia” è il lapidario commento. Le sperimentazioni che Enrico porta in vigna sono frutto dal proposito di praticare un’agricoltura sostenibile, esito del confronto con altri vignaioli che in questo territorio hanno volontà di produrre vino nel rispetto della natura e della salute. Il territorio si fa insieme, per dar valore anche all’idea di apprendere dalla terra che si abita: insieme per ora ad altre due aziende, Valfaccenda e Alberto Oggero, Enrico ed Emanuele hanno fondato l’associazione “Solo Roero” (a pag. 219), con l’obiettivo di promuovere un territorio e la specificità dei suoi vitigni, attraverso un’agricoltura sostenibile.